UN’ IMPORTANTE CHIESA DELLA NOSTRA PROVINCIA:

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La Basilica di Sant’Angelo in Formis
Dall’oblio emerge il primo esempio di romanico in Italia Meridionale.

Sant’Angelo in Formis è un piccolo Paese vicino Capua che accoglie una Chiesa Benedettina, spesso dimenticata, ma che si è aggiudicata da anni un posto di rilievo nei libri di storia dell’Arte.


L’occasione che mi ha fatto giungere alla conoscenza di questa Chiesa mi è stata data dall’esame di arte medievale quando ho potuto, con grande meraviglia, scoprire che anch’essa è parte dell’immensa storia dell’arte Italiana.
L’edificio sorge su un tempio preesistente dedicato alla dea Diana i cui resti furono rinvenuti nel 1877.
La Chiesa ha avuto una storia abbastanza complessa perché ai tempi del Vescovo di Capua, Pietro I, essa fu donata ai monaci di Montecassino a cui poi fu tolta e ridonata dal principe di Capua Pietro I.  In quegli anni vi era l’ abate Desiderio di Montecassino, noto per aver avviato un’opera di ricostruzione anche dell’abbazia di Montecassino fondata da San Benedetto nel 529, che decise di attuare una vasta opera di ricostruzione della Chiesa conservando lo stile architettonico di stampo romanico.
Inizio col descrivere la facciata esterna: la facciata è formata da un porticato con cinque arcate sorrette da quattro colonne: due a destra in marmo cipollino e due a sinistra in granito grigio. Sulla destra della facciata vi è il campanile che potremmo dividere, dal punto di vista decorativo, in due sezioni: la prima con fregi e decorazioni zoomorfe e la seconda decorata da bifore.
Dal portico accediamo all’interno della Chiesa  costituita da tre navate terminanti con abside e le colonne che dividono le navate sono anch’esse di stile romanico.
L’elemento più originale dell’ Abbazia è costituito dagli affreschi, sottoposti negli ultimi anni a una serie di restauri.
Anche gli affreschi furono fortemente voluti dall’Abate Desiderio  e ne è testimonianza un affresco, nell’abside maggiore, che ritrae lo stesso Desiderio in un nimbo quadrato (in quanto all’epoca era ancora in vita), mentre offre a Cristo il modello della Chiesa.
Nelle pareti  laterali della  navata centrale dominano le Storie di Cristo , seguendo un ordine cronologico che va dall’ Annunciazione alla Passione.
Nelle pareti della navate laterali: Storie dell’Antico Testamento e al di sotto medaglioni con ritratti gli abati di Montecassino.
Nell’abside maggiore: Cristo in trono tra i quattro simboli degli Evangelisti sotto i quali sono rappresentati gli Arcangeli e alle estremità Desiderio e San Benedetto.
Nell’abside minore: Vergine tra due angeli.
Il ciclo degli affreschi si conclude con quello che, a mio parere, è  il più bello e caratteristico di tutta la Chiesa. Esso non viene ammirato immediatamente dal fedele perché si trova sulla controfacciata occupando l’intera parete e rappresentante  il Giudizio Universale o finale.
L’affresco risulta diviso in  livelli e su ogni livello sono rappresentati rispettivamente: i Santi, i Beati e gli Angeli, mentre nella parte inferiore sono raffigurate le pene infernali. Al centro di tutta la scena domina la figura del Cristo la cui caratteristica principale è data dal fatto di essere stato raffigurato in una sorta di medaglione ovale  o in “mandorla”.
Altri elementi romanici sono :la lavorazione delle acquasantiere e il fonte battesimale che testimoniano un forte legame col passato, tipico dello stile romanico campano.
Infine aggiungo che la sua  semplicità, unita a quel  fascino mistico che emanano gli affreschi, la rendono straordinaria.

INFORMAZIONI UTILI SULLA CHIESA: è aperta nei giorni feriali: 9:00 - 17:00 e nei giorni festivi: 9:00 -12:30; 15:00 - 18:00

Per maggiori informazioni visita il sito:
http://www.solocaserta.it/infobasilica.php 
 
NEL PROSSIMO ARTICOLO AMMIREREMO UN ALTRO PARTICOLARE MONUMENTO DELLA NOSTRA PROVINCIA:  la cosiddetta “CONOCCHIA”  di Curti.
                                                                                                                                             
 Valeria  Nerone


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